Non c’è ancora scritto niente, ma una persona mi ha confermato che la tomba è proprio quella. “La riconosci perché sopra c’è un cappello e un pacchetto di sigarette”, mi ha detto.
Allora dev’essere proprio quella, oppure quella di fianco. Ci sono molte piante, soprattutto grasse, e c’è un sacchetto con dei sassolini pieni di scritte. Qualcuno ha lasciato lì una statuetta del Taj Mahal, chissà poi perché, e qualcun altro ha infilato tra i fiori un CD intitolato “Black Africa”, con la copertina sbiadita dal sole e dall’aria, mah. A tener fermo il sacchetto dei sassolini, ci sono almeno quattro piombini da pescatore. A pochi metri, sulla destra, riposa un suo amico, circondato da delle piante di rosmarino.
Comunque, sì, dev’essere proprio quella. Sopra c’è un copricapo ricamato all’uncinetto e, di fianco, un pacchetto di sigarette sfatto dalle intemperie.
Ho appoggiato una mano sul marmo e mi sono dimenticato di fare una cosa che mi ero ripromesso di fare, e cioè di metterci sopra un sassolino, come fanno gli ebrei. E’ un’usanza che mi piace.
Non sono uno che parla coi morti, e l’unica cosa che sono riuscito a dire lì davanti è stata: grazie.
Poi ho girato i tacchi, e sono andato a bere una birra.
Ho appena finito di leggere” L’amante senza fissa dimora” di Fruttero e Lucentini che e’ stato per me una rivelazione .
Entusiasta per la lettura sono andata alla ricerca di notizie sugli autori, anche per una forma di ringraziamento ideale non potendo farlo in altro modo.
Leggendo della sua visita alla tomba di uno degli scrittori mi sono sentita vicina allo spirito con il quale l’ha descritta .
Se potessi osare, brinderei con lei a queste magnifiche persone che hanno saputo regalarci il succoso frutto della loro creatività.
Con simpatia ,Tiziana Givone
cin.